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A colloquio con Patrizia Ciofi e Christian Federici

Patrizia Ciofi, celebre soprano dall’intensa e festeggiata attività nei principali teatri del mondo, è stata qualche settimana fa a Fiesole per una masterclass insieme al leggendario baritono Rolando Panerai.

 Abbiamo approfittato della presenza di Patrizia per parlare del suo maestro Claudio Desderi, e per ascoltare il racconto a più voci di una curiosa storia di affetti e congiunture astrali, che sta offrendo al giovane baritono Christian Federici la possibilità di un’inattesa e prestigiosa avventura musicale.
Quella che segue è la semplice trascrizione del racconto dalla viva voce dei protagonisti, a pochi giorni dalla serata del 26 gennaio scorso, in cui un foltissimo gruppo di ex-allievi di Claudio Desderi si era riunito a Fiesole per un concerto-omaggio a più voci. Una maratona commovente e allegra, leggera e profonda nel tratteggiare in modo unanime e sentito la ricchezza artistica e umana di Claudio Desderi che, oltre ad essere un insegnante generoso, attento ed entusiasta, ha saputo anche creare un gruppo di amici, che proprio in virtù della strada percorsa insieme sentono oggi di appartenersi.

Patrizia Questo piccolo miracolo è nato alla fine del 2017, grazie al gruppo whatsapp creato da Matelda Cappelletti in occasione della scomparsa del regista Roberto Guicciardini, che aveva curato il Progetto Mozart Da Ponte, per avvertire tutti di quanto accaduto.
Nonostante la profonda tristezza causata a tutti noi dalla notizia, è stato bellissimo ritrovarsi, anzi trovarsi, perché la chat comprendeva allievi di periodi diversi, che non si erano mai incontrati a Scuola.

Progettavamo di festeggiare nel settembre 2018 i trent’anni del Progetto, e anche il Maestro Desderi faceva parte del gruppo, tutti volevamo riabbracciarlo. Questo è stato il nostro desiderio fino al mese di giugno, quando abbiamo capito che a settembre… non ci sarebbe stato.
Dopo la sua scomparsa volevamo tanto ricordarlo come uomo, come artista e come importante punto di riferimento. Così ci siamo ritrovati, in settembre, e abbiamo deciso di fare dei piccoli concerti per lui. Il primo incontro è stato sabato 26 gennaio, con una data che casualmente si è trovata vicina a quella del concerto del giovane baritono Christian Federici, ultimo e talentuoso allievo di Desderi qui alla Scuola.

Christian Ultimo davvero, visto che mi sono trovato a sostenere la prova finale del Concorso Toti Dal Monte di Treviso, al quale mi ero preparato con lui, proprio mentre il Maestro ci stava lasciando.
Ho iniziato a cantare nella prova finale alle cinque, e la commissione era ancora riunita quando un amico mi ha mostrato che su Facebook era riportata la notizia della morte di Desderi. Sono sbiancato, ho chiesto conferma a Matelda, che prima ha voluto sapere se avevo già sostenuto la prova e poi mi ha confermato che era proprio vero. In quel momento ho capito cosa significhi essere soli. Sono andato a ritirare il primo premio come in trance…non riuscivo nemmeno ad essere fiero di questo risultato, semplicemente non mi importava più, se non potevo condividere col mio Maestro la gioia di questa affermazione.

Patrizia Anche per questo ho accolto volentieri l’invito a rimanere, il giorno dopo il nostro concerto, per ascoltare Christian impegnato in un’impresa come il ciclo Winterreise. Così abbiamo ascoltato Schubert, e siamo rimasti colpiti e commossi. Christian è un giovane cantante che diventerà un artista. Dopo il concerto abbiamo pranzato insieme, gli ho consigliato di partecipare alla masterclass, e poi ci siamo salutati.
Due giorni dopo il mio compagno Vincent (Vincent Boussard, regista operistico dall’intensa attività n.d.r.) con cui faremo Nozze di Figaro all’Opéra di Marsiglia, mi avverte che “il Conte ha cancellato”, ovvero che il cantante ingaggiato per sostenere il ruolo del Conte d’Almaviva non ci sarà. Pensando insieme come risolvere il problema, stiliamo una lista di cantanti a cui chiedere, ed in quel momento mi viene in mente Christian, anche se non l’avevo mai visto in scena; chiedo a Vincent di inserirlo accanto agli altri nomi, tutti di gran livello.
Alla domanda se avesse già fatto il Conte, non sapendo cosa rispondere scrivo a Matelda, che mi risponde subito di sì. È stato il Conte proprio sotto la direzione di Desderi nel 2016, e di nuovo pochi mesi fa, come vincitore del Concorso Dal Monte.
Intanto Vincent mi informa di aver sottoposto la lista al direttore artistico dell’Opéra di Marsiglia, Maurice Xiberras, e di aver incluso anche Christian, mentre iniziano ad arrivare le prime risposte negative dei baritoni importanti. Ovviamente i dubbi non mancano, ed io cerco di fugarli facendo notare che certamente, nel caso in cui la scelta cadesse su di lui, questo comporterebbe non pochi vantaggi: intanto Christian sarebbe disponibile per le quattro settimane delle prove, e quindi il lavoro sarebbe più semplice (spesso i cantanti più celebri non sono liberi per periodi così lunghi e, arrivando dopo, costringono il regista a ricostruire intorno a loro tutta la regia). L’argomento è convincente, ed anche la giovane età gioca a favore di Christian perché, come faccio notare a Vincent, la minore esperienza consente al regista maggiori margini di intervento. Alla fine si convince, e mi prega di scrivere al direttore artistico, con cui ho un ottimo rapporto.
Scrivo subito, avvertendo che ho appena conosciuto Christian, che mi sembra bravo ed è l’ultimo allievo del mio Maestro… nel frattempo Matelda si offre di mandarmi del materiale su di lui, e mentre le rispondo che non c’è fretta, perché di sicuro non avrò un riscontro immediato, ricevo incredula una risposta in tempo reale. A mezzanotte Maurice mi scrive “Ok. Sto aspettando la risposta di un grosso nome. Ci sentiamo domani”.
Si apre una possibilità…il nostro maestro Desderi ci segue senz’altro da vicino, e sta manovrando per aiutarci!

Si inserisce nel racconto anche Alain Meunier…
Alain Aggiungo alla serie di coincidenze del caso, che il concerto di Christian qui a Scuola non era previsto per la data in cui si è svolto, avrebbe dovuto tenersi mesi prima, su indicazione dello stesso Desderi. C’erano state varie necessità di spostamento, per le quali alla fine si è optato per inserire Winterreise in questo weekend di memoria.
Altrimenti Patrizia non l’avrebbe ascoltato, e molto probabilmente nemmeno proposto.

Patrizia Le coincidenze sono innumerevoli: quella data, con la possibilità di ascoltare Christian, e poi proprio quel ruolo, in quel teatro, con la regia del mio compagno che mi avverte in tempo reale della necessità di un cambio di cast.
Per finire il racconto, a tarda notte spengo il telefono e la mattina dopo trovo una serie di messaggi: hanno scelto proprio lui, mi scrive Matelda, mentre Maurice mi chiede i contatti di Christian, e nel messaggio successivo mi scrive “lo prendo… fatti dare il 10%!”. Sono felice, ma sbalordita: forse ho perso un passaggio.

Christian Proprio così: da una decina di giorni ricevevo richieste di amicizia su Facebook da parte di persone sconosciute, che avevano molti amici in comune, forse proprio in virtù della mia partecipazione al weekend in onore di Desderi. Ad un certo punto mi compare anche la richiesta di un tal Maurice ma, pur avendo trascorso il capodanno a Parigi, non ho memoria di aver conosciuto nessuno con questo nome. Pochi amici in comune (di cui non controllo l’identità), così rifiuto e vado al lavoro. Accendo il computer e intanto squilla il telefono: “Buongiorno, sono il direttore artistico dell’Opéra di Marseille, mi ha dato il suo contatto Patrizia Ciofi… mi serve un Conte!” Sono quasi svenuto.
E ovviamente ho dato le dimissioni dal mio lavoro di tecnico informatico.

Qui termina il racconto di questo strano intreccio, e mentre tutti facciamo il tifo per il debutto di Christian all’Opéra di Marsiglia nelle Nozze, in scena dal 24 marzo al 3 aprile, Patrizia Ciofi percorre con lo sguardo le pareti dell’Auditorium Latini che ci ospita, e prosegue con i ricordi

Patrizia Qui dentro è cominciato tutto. Avevo 23 anni, e l’ultimo stage del progetto Mozart Da Ponte era Don Giovanni. Qualche tempo prima ero fuggita dal conservatorio e grazie ad una brava insegnante polacca, Anastasia Tomaszewska, che mi ha fatto capire che con la voce si possono attraversare tutte le emozioni dell’essere umano, avevo cominciato ad amare il canto. Fu lei ad avvertirmi dell’esistenza del Progetto Mozart Da Ponte a Fiesole. Mi fece studiare la parte di Donna Anna, anche se avevo una voce da soprano leggero di coloratura. Feci l’audizione, e Desderi mi prese come effettiva; ho lavorato qui dei mesi, venendo da Casole d’Elsa. Era bellissimo! Desderi mi dette fiducia, con un personaggio che normalmente non si affronta giovanissime, e così abbiamo fatto insieme Don Giovanni. Ero molto timida, allora, ma il Maestro mi incoraggiava dicendomi: “Tu sei così fragile nella vita privata, tanto quanto sei forte sul palcoscenico”. I giovani hanno bisogno del palcoscenico, che è uno dei più grandi maestri, e così è stato per me. Grazie a Desderi le esperienze non sono mancate: quando assunse la direzione artistica del Teatro Verdi di Pisa decise di formare un piccolo gruppo di giovani cantanti, una sorta di compagnia stabile, e così dal 1991 al 1994 abbiamo fatto Don PasqualeRigolettoFalstaffElisir d’amore e perfino Traviata. Quando mi propose di essere Violetta ero terrorizzata (altri mi sconsigliavano, sostenendo che fosse troppo presto), ma come sempre aveva ragione lui, e quel ruolo è stato per me fondamentale.
Oltre alla passione per l’insegnamento Desderi aveva un’infinita cura per i nostri passi: a me disse di non avere fretta, nel cercare un’agenzia, mi dette consigli su come muovermi, e so che ha fatto lo stesso con tutti gli altri, instaurando con ciascuno un rapporto profondo.

Christian Ho conosciuto il maestro Desderi nell’agosto 2016: cantavo per l’appunto l’aria del Conte in una masterclass che lui teneva a Portogruaro. Mi disse di studiare tutta la parte. Tornato al lavoro, ricevetti una chiamata dal Conservatorio di Cesena, perché Desderi mi cercava per fare Nozze di Figaro in quella città. Il cantante che doveva sostenere il ruolo si era ammalato… Alla fine delle recite (che ho condiviso col collega, nel frattempo guarito) chiesi a Desderi di diventare suo allievo. Dalle prime lezioni mi disse di cominciare a leggere Don, e io: “Don Pasquale?” “No. Don Giovanni”. E io: “Leporello?” “No, ho detto Don Giovanni”.
Saltavo dentro… ho lavorato moltissimo e alla fine ho cantato a Cesena Don Giovanni, con la regia di Matelda. Ebbi molte lezioni in più, durante interi weekend a casa del Maestro, che mi offriva gratuitamente ore ed ore di lavoro. Un uomo generoso, sanguigno e gentile, pieno di entusiasmo e di umanità, e con una energia infinita.

Patrizia Desderi è stato grande e generoso con noi anche come direttore artistico: in tutti i teatri dove andava chiamava i “suoi ragazzi”, così sono stata al Regio di Torino per Lucia di LammermoorTraviata Rigoletto, al Teatro Massimo di Palermo per Carmina Burana
Ad un certo punto però la mia vita ha cominciato ad essere molto impegnata e così mi sono allontanata, ed anche in questo Desderi è stato speciale, sapeva lasciarti andare.
Ci siamo rivisti in una giuria nel 2007, e quella è stata l’ultima volta.
Ma nella chat Progetto Mozart Da Ponte era presente, e mi ha scritto diverse volte per un “in bocca al lupo”, o per commentare qualche esecuzione che gli capitava di ascoltare o vedere in tv. Il 1° gennaio 2018 su Rai 5 c’era la mia Traviata dalla Fenice, e lui mi scrisse per l’intera giornata, facendo i complimenti per il mio lavoro (e meno benevoli commenti sulla regia). In uno dei messaggi mi suggeriva di studiare Lulu di Berg, perché “dopo avere sentito Teresa Stratas al Metropolitan ho pensato che solo tu potevi farla”.
In giugno ho fatto Don Giovanni a Ginevra, e Donna Elvira era Myrtò Papatanasiu: anche lei aveva lavorato con Desderi, al Teatro Borgatti di Cento (dove ha diretto numerose opere, facendo debuttare 75 giovani cantanti n.d.r.). Per settimane abbiamo parlato di lui, e alla fine gli abbiamo spedito un videomessaggio affettuoso e scherzoso, che però non è stato mai aperto. Quando il Maestro è mancato, la mia tristezza più grande era di non averlo abbracciato e ringraziato di tutto.
Quello che stiamo facendo adesso, con amore immenso, cercando di proseguire il suo lavoro con passione, è il nostro modo di dirgli davvero GRAZIE.

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