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A Fiesole in Erasmus+

La giovane violinista Sarah Margrethe Rusnes Lie è la prima studentessa norvegese venuta a studiare alla Scuola, nella classe di Èva Erna Szabó, grazie al programma europeo di scambi Erasmus+. Le abbiamo rivolto alcune domande:

Qual è stato il tuo percorso fin qui?
Ho iniziato a studiare presso l’Università di Stavanger nel 2012, frequentando per un anno music performance, che è un tipo di preparazione necessaria ad affrontare il corso di laurea in musica, sotto la supervisione del professor Jan Bjøranger. Mi sono laureata con un esame finale nel mese di giugno 2016, ed ora sto proseguendo con un anno di studi supplementare, che ho scelto per avere la possibilità di partecipare al programma Erasmus+ per l’intero anno. Ed eccomi qui…

Come sei arrivata alla Scuola di Musica di Fiesole?
Per me era importante fare un’esperienza di studio fuori dalla Scandinavia. Volevo sperimentare un’altra cultura, imparare una nuova lingua e provare qualcosa di diverso da quello a cui ero abituata. L’Italia era in realtà il paese in cima alla mia lista, perciò quando ho saputo che il mio professore presso l’Università di Stavanger, Jan Bjøranger, aveva parlato con Riccardo Cecchetti di un accordo tra le due istituzioni, ho afferrato al volo l’occasione.
Ho sentito così tante grandi cose sulla Scuola di Musica di Fiesole che ero, e sono, incredibilmente felice di avere la possibilità di frequentare la vostra Scuola.

Quali aspetti delle lezioni con Èva Szabó ti arricchiscono maggiormente?
Ci sono tante cose diverse, e io sto ancora cercando di capire il modo in cui insegna. Mi piace che lei sia, prima di tutto, un’insegnante che si preoccupa per i suoi studenti, il che è stato chiaro per me fin dall’inizio. È gentile e comprensiva, ma anche severa (in senso buono). Tutto questo rende le lezioni con lei di grande valore, motivanti e interessanti. Eva pone l’accento su un sacco di cose che sono del tutto nuove per me, sia per quanto riguarda la tecnica, sia per la musicalità; inoltre mi aiuta di trovare modi diversi di lavorare, sia sull’arco che sulla mano sinistra. Sono molto felice per questo, e mi motiva davvero a studiare in modo più approfondito ed efficace.
Quindi, direi che la cosa che mi arricchisce di più è in questo momento il modo in cui riesce a vedere gli aspetti in cui posso migliorare, per poi fornirmi diverse alternative (esercizi, studi, pezzi, ecc) per lavorarci su. Questo finora, ma chissà, forse tra un paio di mesi dirò qualcosa di diverso!

Come stai sperimentando direttamente, la musica d’insieme ha un ampio spazio presso la nostra Scuola. Sei stata altrettanto impegnata nell’attività cameristica anche in Norvegia?
Decisamente, ma nella mia università la musica da camera è più affidata alla libera iniziativa degli studenti. Gli insegnanti ci aiutano nella creazione di gruppi, se ne abbiamo bisogno, ma poi sta a noi studenti contattare i professori per le lezioni, quando vogliamo o ne abbiamo bisogno. Quello che spesso accade allora è che la musica da camera diventi meno prioritaria, in mezzo agli altri impegni scolastici perché, non avendo una lezione regolare ogni settimana, non siamo così stimolati a prepararci. Quindi, anche se vogliamo imparare e ci piace suonare insieme, è più difficile che questo accada. Questo è uno dei motivi per cui mi piace così tanto qui, perché a Fiesole abbiamo lezioni di musica da camera ogni settimana. Il che significa che tutti noi dobbiamo farne una priorità per la preparazione, sia da soli sia insieme, per la lezione successiva. Penso che sia assolutamente un modo migliore di fare le cose, e impariamo molto di più.

Puoi descrivere somiglianze e differenze tra la nostra Scuola e l’Università di Stavanger?
Considerando che quest’anno ho solo lezioni pratiche (strumento principale, musica da camera, quartetto e orchestra), penso che le due istituzioni siano abbastanza simili, eccetto, come dicevo prima, per il modo con cui è organizzata la musica da camera. Un’altra differenza che ho notato è che qui avete la classe di quartetto distinta da quella di musica da camera, mentre nella mia Accademia abbiamo solo la categoria “musica da camera”, che comprende tutti. Per il resto credo sarebbe più facile per me notare eventuali differenze se partecipassi alle lezioni teoriche. Per esempio, nella mia università non abbiamo le lezioni di solfeggio….

Hai preso parte, nel dicembre scorso, ad un breve tour in cui l’Orchestra Galilei ha eseguito alcuni Concerti Brandeburghesi con Enrico Casazza a Milano, Rovato e Brescia. Puoi raccontarci qualcosa di questa esperienza?
È stata davvero una cosa fantastica!
All’Università di Stavanger ho avuto la fortuna di far parte dell’ensemble d’archi 1B1, guidato da Jan Bjøranger, che è forse una delle più grandi ragioni del mio amore per la musica, e anche dei miglioramenti del mio modo di suonare negli ultimi anni. Il modo in cui lavoriamo e suoniamo insieme nel 1B1 è abbastanza unico, e per questo spesso sono stata un po’ delusa dalle esperienze con altre orchestre, quando ho sentito mancare l’ispirazione e l’attenzione che ho sempre apprezzato tanto in 1B1.
Grande è stata quindi la mia felicità, quando ho visto nell’Orchestra Galilei proprio quell’entusiasmo e quella stessa cura che mi piacciono tanto. Già dalla prima prova mi sono sentita accolta e ispirata, e quindi molto fortunata! Mi è piaciuto molto il modo in cui Enrico Casazza ha guidato le prove e suonato con noi. Sono molto, molto grata di aver potuto fare questa bellissima esperienza.

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