Una notte cameristica e lirica per festeggiare il solstizio d’estate, il compleanno della Scuola ed alcune date importanti.
Il 2024 segna il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini, e per l’occasione la Scuola allestisce Gianni Schicchi, uno dei lavori che compongono il celebre Trittico pucciniano.
L’opera va in scena con i cantanti selezionati per il progetto Gianni Schicchi on stage, che prevede una specifica formazione nel seminario tenuto dal celebre baritono Alessandro Corbelli ed è stato promosso dal dipartimento di canto della Scuola; Edoardo Rosadini dirige i giovani musicisti dei corsi accademici riuniti nell’Orchestra Galilei della Scuola, mentre la regia è di Matelda Cappelletti, la direzione di scena di Laura Iacopetti, le luci di Lucilla Baroni, i costumi di Massimo Poli e trucco e parrucco di Paola Gattabrusi.
Affiancheranno i giovani allievi alcuni solidi professionisti: nel ruolo del titolo il baritono Gabriele Spina, che a Fiesole si era formato alla grande scuola di Claudio Desderi; Dielli Hoxha per Betto e Enrico Rotoli, che disegnerà il medaglione del maestro Spinelloccio. Ad impreziosire il cast la presenza del basso Umberto Chiummo, interprete di fama internazionale e prezioso docente della Scuola, che ci farà dono del cameo di Ser Amantio di Nicolao, notaro in Firenze.
Gianni Schicchi è un personaggio della Commedia dantesca, dove compare nel Canto XXX dell’Inferno tra i falsari: l’opera comica che prende il suo nome è infatti una sostituzione di persona che si rivela una beffa, ordita da Schicchi ai danni dei parenti di Buoso Donati, dai quali è chiamato per risolvere l’incresciosa questione legata alla scoperta che il ricco Buoso, appena spirato, ha lasciato tutti i suoi beni ai frati di un convento di Signa.
L’ambientazione fiorentina (e fiesolana!) dell’opera, insieme all’anniversario pucciniano, costituisce un collegamento con Pierrot lunaire op. 21 di Arnold Schönberg, proposto in apertura nella serata fiesolana.
Presentata alla Sala Bianca di Palazzo Pitti nella stagione concertistica degli Amici della Musica sotto la direzione dell’autore il 1° aprile 1924, l’opera fu ascoltata tra gli altri anche da Giacomo Puccini, venuto appositamente a Firenze, e fu per tutti una vera sorpresa. La scrittura strumentale depura e asciuga la sonorità in timbri isolati, e l’effetto straniante è ampliato dalle modalità con cui si esprime la voce recitante, per la quale l’autore prescrive una sorta di canto parlato, in cui la scrupolosa esecuzione dei valori ritmici si accompagna ad una intonazione momentanea che deve subito mutarsi in emissione parlata.
Pierrot lunaire sarà il cimento dell’Ensemble da camera SMF, che potrà contare sulla autorevole presenza pianistica e concertante di Alexander Lonquich, e sulla sinuosa e colta vocalità dell’attrice Alda Caiello.
Da questo link potete scaricare il testo con la traduzione in italiano del Pierrot lunaire.