Tutti intorno ai giovani musicisti fiesolani, nel clima di affettuosa condivisione che segna l’inizio del nuovo anno attraverso uno dei momenti più intensi ed emozionanti nella vita della Scuola: è il Concerto di Capodanno, nel 2024 ancor più speciale perché segna l’inizio del 50° anno di vita dell’istituzione creata da Piero Farulli nel 1974.
L’appuntamento è come sempre al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino lunedì 1° gennaio, ma attenzione all’orario di inizio, che quest’anno è anticipato alle 11.
Saranno sul palco tre complessi orchestrali e due compagini corali, alla guida dei quali si è scelto di alternare quattro diversi direttori, nell’intento di offrire ai giovani musicisti approcci stilisticamente differenziati. L’apertura è affidata all’Orchestra dei Ragazzi, che Antonino Siringo guida nell’esecuzione della Ouverture in stile italiano D.590, con cui nel 1817 Franz Schubert offre il suo omaggio al gusto italiano, che entusiasmava la capitale austriaca al rivelarsi del genio di Rossini. È poi di scena l’Orchestra Galilei, che sotto la direzione di Davide Sanson prosegue l’omaggio al grande Pesarese con la Sinfonia da La Cenerentola.
All’Orchestra Galilei si aggiunge l’Orchestra Giovanile Italiana, al suo debutto nella nuova formazione: insieme eseguono – sotto la direzione di Edoardo Rosadini – i Ballabili dall’Otello verdiano e l’Ouverture accademica op. 80 di Johannes Brahms, pagina festosa con cui nel 1880 l’autore ringrazia l’Università di Breslavia che gli ha conferito la laurea in filosofia honoris causa.
Le compagini corali – la Schola Cantorum Francesco Landini guidata da Paolo Gonnelli ed il Coro Escursioni Armoniche preparato da Chiara Quattrini – si aggiungono all’OGI: tutti insieme eseguono sotto la direzione di Davide Sanson Zadok the Priest HWV 258, il più celebre dei quattro inni composti nel 1727 da Georg Friedrich Händel per l’incoronazione di Giorgio II d’Inghilterra.
Un salto nella contemporaneità per l’OGI, che ancora diretta da Davide Sanson esegue Con brio del compositore tedesco Jorg Widmann (1973), e poi il gran finale con Alexander Lonquich, impegnato come solista e direttore nella celebre Fantasia corale op. 80 di Ludwig van Beethoven. Una conclusione gioiosa e beneaugurante: “(…) Quando domina la magia dei suoni / e la sacra parola si esprime / allora il meraviglioso si manifesta / notte e tempesta diventano luce (…)” canta il coro nella sezione finale dell’opera siglando una matinée davvero speciale, nella quale si festeggia con l’anno nuovo anche l’inizio delle celebrazioni per il centenario dell’Università di Firenze.
Come ogni anno si prevede una grande affluenza di pubblico al concerto, e si raccomanda pertanto a quanti abbiano ritirato un invito di presentarsi in teatro con congruo anticipo.