Rinviata a causa della pandemia nella primavera scorsa, si realizza tra il 18 e il 24 maggio l’iniziativa Fare musica insieme dell’Associazione Freunde der Scuola di Musica di Fiesole in Zürich.
Ne è anima Sylvia Courir, da sempre vicina all’attività fiesolana e sostenitrice della validità di un impegno che mira a diffondere la conoscenza della musica, coltivando al contempo l’eccellenza artistica.
Il progetto nasce dall’idea di un incontro tra giovani musicisti italiani e svizzeri che suonano insieme ai maestri nell’Ensemble D’Accordo!, stavolta presso l’Università delle Arti di Zurigo.
L’obiettivo è la trasmissione alle nuove generazioni di musicisti dell’atteggiamento musicale e mentale di due protagonisti della cultura musicale, Claudio Abbado e Piero Farulli, che hanno coltivato il desiderio di coinvolgere i giovani nella valenza etica e sociale del far musica insieme.
Così alcuni allievi fiesolani (le violiniste Irene Santo e Matilde Urbani, la violista Anna Avila e il violoncellista Jacopo Gaudenzi) saranno per una settimana in Svizzera, per lavorare con maestri straordinari come la violista Diemut Poppen – direttore artistico del progetto e fondatrice dell’ensemble nel 2019 – il violinista Gregory Ahss e il soprano Madeleine Merz.
Il concerto, ad ingresso gratuito limitato a 50 persone per le norme anticovid, si terrà presso il campus universitario Toni-Areal – mirabile esempio di recupero alla cultura di uno spazio industriale (era l’azienda lattiero-casearia più grande d’Europa).
Di grande impegno il programma, che si apre con Trauermusik per viola e archi di Paul Hindemith, il brano con cui (in poche ore) il compositore dette il suo contributo alla celebrazione del lutto inglese per la morte del re Giorgio V (1936); seguono il Quintetto KV 581 di Mozart (1789) dedicato all’amico e virtuoso del clarinetto Anton Stadler, ed i Rückert Lieder (1905), nei quali la poesia che già aveva incontrato la musica di Schubert e Schumann risuona nella varietà delle suggestioni mahleriane. Il concerto si conclude con la freschezza del giovanissimo genio di Felix Mendelssohn, autore dell’Ottetto op. 20 a soli 16 anni (1825).