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Laura Polverelli – Carmelo Giallombardo – Matteo Fossi

Momenti Musicali

Laura Polverelli mezzosoprano
Carmelo Giallombardo viola
Matteo Fossi pianoforte

JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897)
Lieder op. 43 n. 1 e n. 2 per voce e pianoforte
Von ewiger Liebe (“Dunkel, wie dunkel in Wald und in Feld!”) testo di Josef Wenzig (1807–1876)
Mässig –Ziemlich langsam

Die Mainacht (“Wann der silberne Mond”) testo di Ludwig Christoph Heinrich Hölty (1748–1776)
Sehr langsam und ausdrucksvwoll

JOHANNES BRAHMS
Sonata per pianoforte e viola in mi bemolle maggiore op. 120 n. 2
Allegro amabile
Allegro appassionato
Andante con moto; Allegro

JOHANNES BRAHMS
Lieder op. 105 n. 1 e n. 2 per voce e pianoforte
Wie Melodien zeiht es mir testo di Klaus Groth (1819–1899)
Zart

Immer leiser wird mein Schlummer Hermann Lingg (1820–1905)
Langsam und leise

JOHANNES BRAHMS
Zwei Lieder op. 91 per voce, viola e pianoforte
Gestillte Sehnsucht testo di Friedrich Rückert (1788–1866)
Adagio espressivo

Tre musicisti di spessore e di grande esperienza danno vita ad una matinée da non perdere, (domenica 23 aprile ore 11:00 Auditorium Sinopoli della Scuola di Musica di Fiesole) che soddisfa i cultori della liederistica brahmsiana e del caldo impasto timbrico di viola e pianoforte. Laura Polverelli presta la sua duttile e raffinata vocalità ai primi due lieder dell’op. 43, mentre le viola di Carmelo Giallombardo, già allievo di Piero Farulli presso la Scuola, si unisce all’espressività del pianoforte di Matteo Fossi per l’esecuzione della Sonata in mi bemolle maggiore op. 120 n. 2. Ancora due lieder dall’op.105, e poi il miracolo dell’op. 91 dove voce, viola e pianoforte dialogano nel più terso e struggente lirismo.

Freschezza d’ispirazione ed intima, profonda passionalità attraversano l’intero iter del Brahms cameristico: perfino quando alcuni dolorosi fatti della vita lo convincono ad interrompere definitivamente l’attività compositiva, l’incontro con uno straordinario clarinettista come Richard von Muhlfeld riaccende la vena creativa di Brahms. Possiamo così oggi di godere di una serie di meravigliosi capolavori della maturità, tra cui le due Sonate op. 120, concepite per esaltare la dolcezza e la duttilità del suono del clarinetto, e affidate dall’Autore anche alla viola, affine per tessitura e spessore timbrico.

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