Un po’ intimidita dall’idea di essere intervistata, Ingrida sorride con dolcezza e si scusa per il suo italiano imperfetto. Abbiamo preso un appuntamento al volo, fra le varie lezioni e i problemi logistici di una settimana dal clima polare, così cominciamo subito la nostra conversazione, che smentisce rapidamente le sue preoccupazioni linguistiche.
Da dove vieni?
Dalla Lituania, e precisamente da Kaunas, la seconda città per importanza dopo la capitale Vilnius.
Quando hai cominciato a suonare?
Ho iniziato in una scuola di musica privata, quando avevo sette anni. Mi hanno mostrato e fatto ascoltare tutti gli strumenti finché, arrivata al violino, ho avuto un colpo di fulmine: “Questo! –ho esclamato– voglio suonare proprio questo strumento!”
La musica era già in casa?
Non in modo professionale; la mamma sa suonare un po’ il pianoforte e canta, mentre mio padre suona la fisarmonica. Anch’io da piccola cantavo con entusiasmo, salendo sul tavolo per farmi ascoltare…
Come sono andate le cose, con il violino tanto desiderato?
Bene, direi. Per nove anni ho frequentato quella prima scuola di musica, e poi sono entrata al Conservatorio di Kaunas, dove in tre anni ho completato il previsto quadriennio.
Subito dopo ho scelto di spostarmi in Norvegia, e mi sono iscritta all’Università di Stavanger. Il programma Erasmus+ mi ha infine portato qui…
Come mai hai scelto l’Italia?
Il motivo iniziale è stato di tipo affettivo: in Norvegia ho conosciuto un giovane cuoco italiano, e ci siamo fidanzati. Insieme abbiamo pensato di fare un’esperienza nel vostro Paese, alla ricerca delle tante cose belle che ci sono qui, compresi il buon cibo e… il sole (anche se in questi giorni sembra di essere in Norvegia!).
Perché, tra le tante possibilità di scambio, hai optato proprio per la nostra Scuola?
Due anni fa ero venuta in estate a Lucca, per frequentare i corsi del Festival Virtuoso & Belcanto; in quell’occasione avevo chiesto ai compagni del corso quale fosse in Italia la migliore scuola… da più parti ho sentito fare il nome della Scuola di Musica di Fiesole, come istituzione di alto livello. Inoltre sono amica di Sarah Margrethe Rusnes Lie, che ha fatto qui la sua esperienza in Erasmus+ e ha seguito le lezioni di Èva Erna Szabó, trovandosi molto bene. Sara mi ha aiutato con l’organizzazione, e alla fine di ottobre sono finalmente arrivata.
Qual è il tuo programma di lavoro? Quanto prevedi di restare?
Dovrei restare fino a luglio, ma in realtà non sono certa di voler tornare in Norvegia…
Qui mi trovo benissimo: sto frequentando le lezioni di musica da camera, con Edoardo Rosadini per il quartetto, e con Riccardo Cecchetti per l’ensemble con pianoforte.
Durante questo periodo devo acquisire 60 crediti: ho già sostenuto l’esame di quartetto, suonando il Quartetto op. 18 n. 4 di Beethoven con Enrico Cuculo, Francesco Zecchi e Anton Marashi.
Sono molto contenta di fare tante esperienze di musica da camera, ed anche di partecipare alle attività orchestrali con l’Orchestra Galilei.
Non avevi simili opportunità a Stavenger?
Non così ben organizzate: si trattava sempre di occasioni estemporanee, che cercavamo tra studenti, ma che spesso finivano per non concretizzarsi. Anche per quanto riguarda lo strumento mi è capitato spesso di dover aspettare più del previsto, perché il mio insegnante era in viaggio…
E come ti trovi nella classe di Èva Szabó?
Benissimo! È un’insegnante generosa e sempre presente, così ho la possibilità di incontrarla anche due volte in una settimana. Con lei sto studiando cose nuove, tra cui il Concerto di Mozart in re maggiore e la Partita n.1 di Bach.
Per fortuna non ho dovuto modificare la mia impostazione violinistica, così lavoriamo serenamente, soprattutto sull’arco, e mi preparo all’esame di violino che dovrò sostenere in Norvegia.
Hai stretto amicizie nella Scuola?
Certo, in particolare con i compagni delle classi di musica da camera. Con Anastasia Filippini, ad esempio, ci vediamo anche a casa. Sono stata fortunata anche da quel punto di vista, dato che abito a Fiesole in un piccolo appartamento, dove posso suonare, il che è una grande comodità.
Cosa vorresti fare, una volta terminati gli studi?
Mi piacerebbe far parte di un ensemble cameristico, ed anche suonare in orchestra, mentre non so se mi sentirei di puntare verso un’attività solistica. Intanto che sono qui sto anche guardandomi intorno, e faccio esperienza nell’Orchestra Cupiditas e nell’Orchestra Sinfonica Florentia.