Un grande successo per la giovane violoncellista nella competizione alla quale ognuna delle istituzioni AFAM del nostro Paese può inviare un solo candidato. La Scuola aveva scelto Marina e la commissione, riunita presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara per la prova finale, ha deciso di attribuire a lei la vittoria.
Marina Margheri ha compiuto a Fiesole la sua formazione musicale iniziando in tenera età, ed ha studiato con Marianne Chen, Filippo Burchietti e Vittorio Ceccanti, avvalendosi anche dei preziosi consigli di Andrea Nannoni: quest’anno ha trascorso un periodo alla Haute École de Musique di Losanna grazie al Swiss-European Mobility Programme e si avvia alla conclusione del percorso accademico di I livello.
Innumerevoli sono le esperienze musicali che la Scuola le ha consentito di compiere, e che Marina ha intrapreso e portato avanti con passione e ottimi risultati, dalle orchestre alla musica da camera (è la violoncellista del Quartetto Shaborùz).
L’appartenenza all’istituzione fiesolana ha soprattutto plasmato il modo in cui Marina Margheri vive la musica, come emerge chiaramente dalle parole che ha postato su Facebook dopo la vittoria del Premio delle Arti.
“Difficile trovare le parole, duro fatica a credere di essere arrivata a un traguardo del genere.
Prima di iniziare con la sfilza di ringraziamenti, però, ci tengo a dire che la cosa più bella di questo concorso non è stata la vittoria, ma è stata la possibilità di conoscere le persone che concorrevano con me.
Per la prima volta in una situazione del genere ho trovato accanto a me dei ragazzi che, oltre a essere dei fantastici musicisti, erano anche umili, gentili e amichevoli, vogliosi di condividere idee ed esperienze, consapevoli che in quel momento eravamo tutti dalla stessa parte. Ognuno a modo suo e cercando di fare del proprio meglio, la missione era una per tutti: tentare di portare in alto la musica lasciando qualcosa a chi c’era davanti, divertendosi e intendendo la musica come “un dono da restituire” (come diceva Piero Farulli).
Detto questo, i grazie sono tanti.
Prima di tutto un grande grazie alla commissione che ha scelto di credere in me premiandomi. È stato un onore poter suonare per dei musicisti di quel calibro e far parte delle masterclass tenute nei giorni successivi alla finale dal M. Polidori e dal M. Gasbarri: due grandi violoncellisti e due ottimi insegnanti, esperti dispensatori di utilissimi consigli necessari a chi, come noi, ha ancora tanto da lavorare.
Poi un grazie ad Aglaia (Tarantino, n.d.r.) la pianista che mi ha accompagnata in questa avventura […].
Grazie alla mia scuola, che ha scelto di selezionarmi come sua rappresentante, sono felice di avere il suo nome sulle spalle e di portarla a spasso con me facendola conoscere un po’ in giro.
Un grazie enorme agli insegnanti che mi hanno preparata ad affrontare questa sfida: il M. Ceccanti e il M. Nannoni. Non si sono mai dati per vinti e mi hanno spinta a migliorare fino all’ultimo, cercando di farmi lavorare serena anche nei momenti in cui la serenità era ben distante da me.
Come al solito grazie a mia mamma, immancabile, la mia forza, che ha sperato per me anche quando non c’era niente da sperare, che mi ha accompagnata nell’ultima delirante settimana incoraggiandomi a non mollare anche quando le cose si sono fatte veramente difficili.
L’ultimo grazie è quello più importante, ed è quello per i miei compagni, i miei amici. Loro sono le persone che hanno creduto in me quando io proprio non riuscivo a farlo, le persone che mi hanno sostenuta, incoraggiata, che hanno lottato con me. Per voi non ci sono parole, se io sono ancora qui a suonare è solo merito vostro, che mi fate vedere la musica con amore e coraggio. Siete insostituibili, ognuno di voi, è un onore e un privilegio poter dire di far parte di questa meravigliosa famiglia dove non si lotta mai da soli.
Dopo i grazie, però, ci tengo a dire che Piero affermava anche un’altra cosa: “Il successo e l’insuccesso sono impostori”. Chi arriva primo non è il migliore, come chi arriva ultimo non è il peggiore. I concorsi sono sempre un terno al lotto, un giorno vinco io, domani vinci tu, ci sono mille variabili. È per questo che prenderò questa vittoria come sono sempre stata abituata a fare: a testa bassa, ma soprattutto non come un arrivo, ma come un inizio.
Servirà solo per dire alla me del passato, che era lì lì per mollare tutto, che forse in fondo qualcosa di buono posso farlo anch’io, circondata dall’unica cosa che amo tanto quanto la musica: l’amicizia e la condivisione.”
Marina Margheri (da Facebook)
Brava Marina!